di Gabriele Galloni
I morti tentano di consolarci
ma il loro tentativo è incomprensibile:
sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della conversazione. Sanno amarci
con una mano – e l’altra all’Invisibile.
06/07/2020
Ciao, Gabriele
In che luce cadranno di Gabriele Galloni – RPlibri 2018 – Sezione L’anello di Möbius curata da Antonio Bux
Un poeta giovane ma dal sicuro avvenire Gabriele Galloni (Roma, 1995), che a soli ventidue anni esordisce con Slittamenti (2017), accompagnato da una prefazione di Antonio Veneziani. E anche io, come Veneziani, ho notato la maturità̀ stilistica e il talento di cesello (come anche di fioretto) dell’autore romano, che fa della scarnificazione il suo modellare istantanee, che però non si limitano a descrizione quotidiana di immagini o eventi ma, grazie al ritmo, figlio della grande tradizione lirica, ben mantiene alto il silenzio tra queste pagine. Perché́ Galloni anche in questa sua agile e seconda prova, In che luce cadranno, gioca tra il silenzio e il restare sospeso della poesia, e lo fa a volte con crudezza, altre volte con leggiadria, offrendo al lettore un lavoro di puntello, ma anche e soprattutto di carne, di materia viva. Ciò̀ che più̀ sorprende è l’oscillazione di un poeta così giovane, ma già̀ dal tono maturo, tra la concisione e lo stupore, tra la leggerezza e l’acume di una poesia tanto affinata quanto pungente. E le orazioni, i riti brevi di queste poesie sono dedicate ai morti, e Galloni scava in loro quasi chirurgicamente, riesumando così quella sottile lastra che divide il visibile dall’invisibile, la vita dall’aldilà, con una sapienza stilistica che si staglia attraverso una metodologia impersonale, minimale, offrendo però al lettore un ossessivo, quanto puntuale rendiconto scabro, dissacrante sulla presenza dei morti che si cela soprattutto dietro una sublimazione quasi liturgica della vita stessa. E allora, sembra dirci il poeta, “in quale luce cadranno” i vivi che ostentano il buio dentro, e soprattutto i morti che del buio fanno la loro redenzione? Al futuro di questa poesia l’ardua sentenza.
prefazione di Antonio Bux
Ho conosciuto un uomo che leggeva
la mano ai morti. Preferiva quelli
sotto i vent’anni; tutte le domeniche
nell’obitorio prediceva loro
le coordinate per un’altra vita.
***
I morti vanno in cerca di riposo
l’uno dell’altro facendosi carico
inutilmente; ché nel continente
si va un giorno in avanti e due a ritroso.
***
Un corpo morto non è abbandonato.
Ignora – è verità̀ – le altre creature;
ignora i diktat dell’eternità̀. Ma stanne certo: un giorno tornerà̀
alla vita e avrà̀ voce di Creatore.
****
I morti continuano a porsi
le stesse domande dei vivi:
rimangono i corsi e i ricorsi
del vivere identici sulle
due rive. In che luce cadranno
tornati alle cellule.
… Galloni anche in questa sua agile e seconda prova, In che luce cadranno, gioca tra il silenzio e il restare sospeso della poesia, e lo fa a volte con crudezza, altre volte con leggiadria, offrendo al lettore un lavoro di puntello, ma anche e soprattutto di carne, di materia viva. Ciò che più sorprende è l’oscillazione di un poeta così giovane, ma già dal tono maturo, tra la concisione e lo stupore, tra la leggerezza e l’acume di una poesia tanto affinata quanto pungente.
dalla prefazione di Antonio Bux
Prezzo copertina: euro 10.00 9,50
Pagine: 48
Codice ISBN: 9788885781030
Scheda In che luce cadranno tradotta in romeno
Intervista a Gabriele Galloni per Convenzionali
Recensioni e note
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Eventi
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